LA REGINA VIARUM GUARDA AL FUTURO
FRANCESCA GREGO
29/07/2024
Ecco perché l’iscrizione della Regina Viarum nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco era un traguardo tanto atteso, dopo la candidatura promossa dal Ministero della Cultura e il lavoro congiunto di quattro regioni (Lazio, Campagna, Basilicata e Puglia), 13 province e città metropolitane, 74 comuni, 14 parchi, 25 università, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede. Il responso è arrivato sabato 27 luglio durante la 46° sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Nuova Delhi: la Via Appia è ufficialmente il 60° sito italiano nella prestigiosa lista Unesco. Si tratta di un sito di tipo seriale per il quale sono stati selezionati, lungo tutto il tracciato, i luoghi meglio conservati e le aree archeologiche più significative. E non sono mancate le polemiche per l’esclusione di singoli tratti dell’antica arteria, in particolare nelle province di Latina, Matera, Bari e Taranto.
(2)