ELEONORA ZAMPARUTTI
24/08/2023
La sua potente intuizione fu quella di ricondurre sulla tela a una perfetta sintesi i diversi linguaggi dell’arte ai quali sentiva di appartenere: l’Oriente bizantino da cui era partito, l’Italia del Rinascimento dove si era formato e dove aveva faticato a trovare fortuna, la Spagna di Filippo II e della Controriforma dove aveva raggiunto il successo.
La mostra “EL GRECO” che inaugura il prossimo autunno a Palazzo Reale di Milano (11 ottobre 2023 – 11 febbraio 2024) ben racconta l’avventura umana e artistica del maestro cosmopolita che viaggiò lungo le sponde del Mediterraneo e che riuscì a creare un mito intorno alla sua figura. L’esposizione, curata da Juan Antonio García Castro, Palma Martínez – Burgos García e Thomas Clement Salomon e realizzata in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia, sarà l’occasione per presentare l’opera dell’artista cretese alla luce delle ultime ricerche sul suo lavoro.
El Greco era partito dal piatto mondo simbolico delle icone bizantine per giungere ad abbracciare la visione umanistica e globale della pittura rinascimentale, esprimendo alla fine un’arte quasi concettuale.
Secondo Keith Christiansen, curatore del dipartimento Pittura Europea del Metropolitan Museum di New York, nessun altro artista occidentale prima di lui era mai riuscito a raggiungere tali vette di originalità. Questa è la ragione per cui El Greco gode oggi di una fama diffusa ed occupa un posto di primo piano nel Pantheon dei grandi dell’arte.
Ma sarebbe un errore considerare El Greco un genio a parte: era perfettamente integrato nello spirito del suo tempo, la sua arte interpretava lo stile che andava per la maggiore, il Manierismo. L’arte di El Greco è elitaria, poco gli importa di riprodurre fedelmente la natura e la realtà del mondo che lo circonda. Nelle sue opere ciò che conta è la sua capacità di immaginazione.
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